Articolo pubblicato su All About Jazz, Gennaio 2021.
Un luogo di raccoglimento, come una strada nascosta che conclude nel ritrovamento di se stessi. Una sorta di clausura feconda dove potersi ritrovare. Se potesse parlare di sé questo progetto direbbe, come Rilke «Sto, dentro al lavoro, come il nocciolo nel frutto».
Questo lavoro in solo di Roberto Bonati è stato registrato dal vivo il 20 luglio 2017 in un luogo intriso di magia, l’Abbazia di Valserena a Parma, nota come “La Certosa di Parma” che ispirò Stendhal per il suo romanzo. L’incipit affidato al brano “Vesper and Silence” avvicina subito l’ascoltatore ad una dimensione intimista: suoni fisici, percussivi quasi a creare respiro e ariosità tutti diretti verso l’alto. Prende poi piede una certa sensualità materica che da un registro armonico molto basso procede verso una timbrica dai toni più chiari e meno frammentati. Quasi come viaggiare verso i remoti mari dell’esperienza. Il pizzicato in ribattuto e l’utilizzo dell’archetto aprono la strada anche ad una dimensione che cita la tecnica del serialismo, dell’atonalità, e non disdegna il procedimento compositivo aleatorio.